Il feudo di Sparanise. Complimenti colonnello. Lei ha demolito tutto quello che la commissione del Ministero dell’Interno aveva realizzato per bonificare gli uffici. Lì comandano L’Arco e Magliocca, a cui lei ha riconosciuto con una semplice firma una carica direttiva e 1500 euro al mese in più

10 Dicembre 2024 - 13:32

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Non si discute. Il meccanismo di potere costituito da Giovanni Zannini e dall’ex presidente della Provincia è vivo e vegeto

SPARANISE (G.G.) – I commissari di governo che hanno amministrato Sparanise durante i due anni susseguenti allo scioglimento per infiltrazione camorristica avevano realizzato degli atti che, più di ogni altro, definivano una direzione di marcia antitetica a quella che, secondo il Ministero dell’Interno, aveva inquinato la potestà di governo del Comune caleno.

Vogliamo sottolineare questo aspetto perché va valorizzato come fatto prevalente a tutti gli altri atti di governo gestiti e realizzati dai commissari. Parliamo della nomina di due responsabili dei settori cruciali dell’amministrazione comunale: i Lavori Pubblici e gli Affari Generali, che poi significa la macchina amministrativa del Comune.

A capo del primo, i commissari avevano posizionato il geometra Gennaro D’Auria, categoria C1, con funzione di caposettore.

Al vertice degli Affari Generali e, se non andiamo errati, con interim anche per il settore Bilancio e Finanze, Alessandra Nozzolillo, categoria D1.

La strada tracciata dall’autorità di governo perché, piaccia o no, i tre commissari erano espressione diretta del governo della nazione, del Ministero degli Interni, non poteva non essere la stella polare di un sindaco appena eletto, parliamo del colonnello dell’esercito De Pasquale, che, in campagna elettorale, avendo usato la parola legalità centinaia di volte, si è iscritto a quel club formato da numerosissimi soci, che l’esperienza di questo giornale conosce bene e che associa a tutti quelli che nei comizi, negli interventi pubblici, nei comunicati stampa, cioè quando la parola si eroga a buon mercato e senza la necessità che si registri un contestuale riscontro concreto, pronunciano il vocabolo “legalità” con una velocità maggiore di quella di un pappagallo ammaestrato. Una volta li chiamavamo professionisti dell’anticamorra, citando e parafrasando in parte, molto umilmente, un celeberrimo articolo di fondo scritto tantissimi anni fa da Leonardo Scialla sulle colonne del Corriere della Sera.

Ma a Sparanise non esageriamo, perché non è che ci siano personaggi tanto intelligenti e luciferini da utilizzare la retorica come strumento per raggiungere obiettivi distonici, a volte contrari rispetto ai discorsi elargiti a destra e a manca.

Diciamo che le prime mosse del colonnello De Pasquale non hanno fatto che confermare tutto ciò che avevamo scritto in campagna elettorale. Lui è stato il candidato sindaco del consigliere regionale Giovanni Zannini, dell’allora ancora presidente della Provincia Giorgio Magliocca, dello zanniniano di Sparanise, già mastelliano e zinziano Gianfranco L’arco, per diversi anni presidente dell’assemblea di quell’autentica schifezza a piede libero che si chiamava Consorzio Idrico.

È stato il candidato sindaco di questi tre personaggi, è oggi il loro sindaco e lo sarà anche in futuro.

La postura buffamente protocollare che mostriamo nella foto in cui si ha l’idea che sia proprio L’Arco a consegnare la fascia a De Pasquale, costituirebbe, tutto sommato, un momento utile per qualche atto di brio satirico.

Le cose serie sono altre. Il sindaco De Pasquale, mostrando fedeltà, obbedienza, al gruppo di Zannini, Magliocca e L’Arco, ha preso carta e penna e ha utilizzato lo strumento che maggiormente esplicita il potere di un sindaco al tempo dell’elezione diretta, ossia il decreto.

Con decreto monocratico ha, infatti, smantellato tutto quello che la commissione straordinaria di governo aveva costruito negli uffici comunali. Ha in pratica fatto fuori il geometra Genaro D’Auria e al suo posto ha inserito Cerullo, anche lui C1 come D’Auria.

Ora, se Cerullo non era stato scelto dai commissari, non era certo per una avversione fisiognomica, il suo nome, infatti, è ben presene nel decreto di scioglimento del Comune di Sparanise, firmato da Sergio Mattarella.

È presente non come causa principale, ma certamente i suoi comportamenti costituiscono la parte di un tutto che ha portato alla decisione di scioglierlo.

Ci dicono anche che Cerullo stia affrontando un procedimento con un capo d’imputazione di favoreggiamento.

Insomma, un chiaro, volontario, freddo, lucido ribaltone.

La commissione di governo è arrivata a Sparanise per bonificare il Comune dalle scorie e lo ha fatto anche attraverso la mancata nomina di Cerullo a capo dell’Ufficio Tecnico.

De Pasquale, uomo di Stato, ma uno che si associa a Zannini e Magliocca vive questa sua condizione in maniera evanescente e rarefatta, fa esattamente il contrario di quello che lo Stato, intervenendo direttamente a Sparanise, aveva sovvertito con l’obiettivo di bonificare gli uffici da ogni possibile virus criminogeno, che non significa criminale, e a quelli che magari leggendo questo termine partono in quarta consigliamo di consultare un buon vocabolario.

Già questo rappresenterebbe una prova provata di una attività di riflusso reazionario da parte del colonnello De Pasquale, che però ha voluto porre anche una staffa ulteriore che dimostra chiaramente da dove è arrivato politicamente, chi l’abbia sostenuto e da chi lui si augura di essere sostenuto in futuro.

Sempre con decreto monocratico, quindi con una decisione del tutto discrezionale, ha accantonato Alessandra Nozzolillo e ha nominato a capo del settore Affari Generali con l’interim a Bilancio e Finanze, l’ormai ex presidente della Provincia Giorgio Magliocca.

Ricordate come è arrivato Giorgio Magliocca a Sparanise? Come è stato assunto?

Zannini urla contro il sottoscritto nelle aule di Tribunale come ha fatto stamattina, ma ad urlare dovremmo essere noi e dovrebbe essere tutto il popolo sparanisano e casertano.

Magliocca è stato assunto con un concorso barzelletta e grazie ad una commissione capitanata da Tonia Elia, già segretaria comunale di Mondragone, divenuta poi l’inseparabile capo della segreteria particolare alla Regione Campania di Giovanni Zannini.

Questi può anche fare un’altra querela, ma noi non possiamo non affermare che, per amor di verità, questi qua se la sono cantata e suonata, che hanno realizzato una assunzione scandalosa.

Magliocca arriva al Comune di Sparanise come cat.D1 cioè ricoprendo il primo grado del funzionariato direttivo di un ente pubblico.

Eppure risultava assunto da anni al Comune di Roma, ai tempi in cui sindaco era il suo collega di partito in Alleanza Nazionale Gianni Alemanno.

Ma si sa che Magliocca ha sempre avuto il pallino per la politica e quegli anni trascorsi formalmente negli uffici del Comune della Capitale non sono stati, probabilmente, anni, ma magari mesi e giorni.

Fatto sta che con la qualifica di D1 fu assunto a Roma e con la qualifica di D1 è arrivato a Sparanise.

Ma D1 è anche la Nozzolillo.

In effetti, a dirla tutta, il problema per i commissari di governo non si pose, perché Giorgio Magliocca con quel concorso barzelletta viene assunto a Sparanise mentre svolgeva la funzione di presidente della Provincia e di sindaco di Pignataro Maggiore.

Per cui, fino al giorno in cui non è stato costretto, il 14 novembre scorso, a confermare le dimissioni sia da sindaco che da presidente della Provincia, lui negli uffici del Comune di Sparanise non ci ha messo mai piede.

Assunto con una sedia eventualmente utilizzabile in caso di emergenza. E l’emergenza è arrivata dagli atti della Procura della Repubblica di S.Maria C.V., che l’ha indagato per reati molto gravi. Corruzione, falso in concorso, ecc.

Per cui il sindaco De Pasquale, dopo aver attribuito discrezionalmente con atto fiduciario a Cerullo la funzione di caposettore dei Lavori Pubblici, ha fatto lo stesso con Giorgio Magliocca per il settore Affari Generali e l’interim Bilancio e Finanze, pur potendo confermare, parimenti a Gennaro D’Auria nell’Utc, la ugualmente D1 Nozzolino prescelta dai commissari a suo tempo.

Da un lato un imputato e per di più citato del decreto di scioglimento per infiltrazione camorristica, dall’altro lato un indagato per corruzione e falso presuntamente compiuti nell’esercizio dei propri doveri istituzionali.

Non crediamo che, con il controllo che soprattutto questo giornale esercita, non tanto il sindaco che è arrivato sulla scena pubblica casertana da poco, ma L’Arco e lo stesso Magliocca non si siano posti il problema che noi, questa cosa, l’avremmo sgamata e pure in fretta. Ma sappiamo che l’ex presidente della Provincia ci tiene all’economia, al denaro.

Legittimo, ci tiene come tanta altra gente . Forse lui un pelino di più.

Non è stato bello al riguardo lasciare uno stipendio di 8-9mila euro al mese della Provincia e i 1880-1900 euro al mese guadagnati da impiegato categoria D1 avrebbero costituito uno shock.

Ora, pur rimanendo molto lontano da quelle cifre, la nomina a caposettore lenisce il dolore e la frustrazione. Senza girarci troppo intorno, la carica di caposettore garantisce spicciolo più, spicciolo meno, un incremento dell’incremento mensile di 1000 euro per 13 mesi, quale indennità di posizione organizzativa o di responsabilità di settore. Si passa dunque a 2800-2900 euro. A questi si aggiungono i pressoché certi soldi frutto del 25%.

A questo va aggiunta la cosiddetta retribuzione di risultato, che si prende sicuramente e che è pari al 25% dei 18mila euro che è il limite massimo dell’indennità di posizione.

18mila lordi che sicuramente verranno a Magliocca in un range che va da 12mila a 18 mila e che corrispondono in linea di massima a 1000 euro al mese. Per cui il 25% di 18mila euro sono 4.500 euro lordi, dunque circa 3mila euro netti all’anno, che diviso 13 fa 230 euro, che si aggiungono ai 1000 come netto.

Siccome a Magliocca è stato attribuito anche l’interim delle Finanze questo 25% potrebbe essere applicato una seconda volta, anche in base alle decisioni del sindaco (e figuriamoci!).

Con questi soldi andiamo a 460 euro, da aggiungere ai 1000. Insomma, circa 1500 euro netti che si aggiungono ai 1900 dello stipendio base.

Arriviamo a una cifra molto vicina ai 3500 euro di stipendio, che non sono gli 8mila che, probabilmente non consentiranno a Magliocca di vivere come ha vissuto negli ultimi anni – magari ha qualche rendita di famiglia o qualche scorta di sopravvivenza- ma come si suol dire “sputaci sopra!”.

Ecco dunque che Fabrizio De Pasquale, colonnello dell’Esercito, ha ribaltato come avevamo largamente previsto nei nostri articoli pubblicati in campagna elettorale, vista la compagnia di cui si era circondato e visto il gruppo di potere che lo aveva proposto, la strada tracciata dalla commissione straordinaria.

Una strada tracciata per eliminare dagli uffici delle scorie. Vi ricordate quando abbiamo scritto, dopo averlo attaccato duramente per mesi e mesi, di cominciare a nutrire la vaghissima impressione che l’ex sindaco Salvatore Martiello fosse il più fesso di tutti, uno messo in mezzo da poteri formidabilmente spregiudicati. Beh quella vaghissima impressione va approssimandosi sempre di più a una certezza.